NON CANTANO PIÙ LE FONTANE…
Ieri ho girato per tutta la città, toccando ogni angolo e ogni crocicchio in cui la memoria dell’infanzia ha collocato una fontana, senza sentirne alcuna cantare.
Così, incredulo, mi sono recato allo slargo di via Regnatela, chiamato un tempo Piazzetta Rossa, perché lì piovevano fiori e confetti, ad ogni Primo Maggio, e per le tante battaglie che l’avevano vista protagonista.
Una di quelle battaglie fu per poter bere e lavarsi, quando nelle casette bianche non arrivava l’acqua potabile, mentre ancora giungeva, di notte, il corno stridulo del carro-botte, chiamando la gente a svuotare il “monaco” ricolmo di liquami. Ci sono, nella mia mente, ancora le immagini di quella memorabile lotta per l’acqua, che partì dalla “Piazzetta Rossa” e coinvolse tutto il paese, recatosi con i secchi vuoti a portare la propria rabbia fin sotto il Palazzo del Sindaco, non ancora casa del popolo. E quando si ebbe il cambio, la nuova amministrazione fece per prima cosa arrivare l’acqua fin dentro quella piazza, e ci fu grande festa intorno al gorgoglio della fontana.
Per questo sono rimasto deluso. Neanche nella storica piazzetta è stata lasciata l’acqua sgorgare; anzi, come vero atto di purificazione, la vecchia fontana è stata evirata, strappando alla piazza la sua storia.
Vi debbo confessare, però, che infine sono riuscito a trovare due fontanine attive della mia città. Quella del Castello, che disseta e dilava i piedi dalla sabbia d’estate, e quella castissima “della Chiesa di Santa Maria”.
Ho bevuto alla prima e dato morsi teneri all’acqua da mangiare, come facevo da bambino, saziandomi. Di fronte all’altra, mi sono inchinato, quasi genuflesso, allo zampillo purissimo che mandava fuori la manopola di ferro, sembrandomi d’esser giunto alla prima Fonte.
Nessun paragone, vi assicuro, con l’acqua versata con noncuranza dal barista nel bicchiere, al modico prezzo di metà euro.